L’ipertermia localizzata è un mezzo altamente efficace per distruggere le cellule tumorali senza causare tossicità, in particolare se utilizzato in combinazione con altre terapie di supporto immunitario, come gli infusi di vitamina C, i peptidi del timo, e l’estratto di vischio.

Inoltre, alla maggior parte dei pazienti vengono praticate iniezioni di cellule dendritiche, in quanto il processo di riscaldamento rende le masse tumorali più vulnerabili alla distruzione da parte del sistema immunitario.L’efficacia delle vaccinazioni con cellule dendritiche aumenta, quando le si inietta durante, o subito dopo, un periodo di febbre. Presso il Medical Center Cologne, anche i pazienti con tumori cerebrali primari o secondari, o metastasi al seno o ai polmoni, vengono trattati con successo in questo modo senza alcun effetto collaterale.

  • Rendere il cancro visibile per il sistema immunitario

    local hyperthermia

    Un paziente si sottopone a ipertermia localizzata

    Le cellule del cancro sono anche capaci di nascondersi per non essere identificate dal sistema immunitario. La terapia della febbre di tutto il corpo, e l’ipertermia localizzata, spezzano questo meccanismo di camuffamento.   Sia per l’ipertermia totale che per quella localizzata, ogni aumento della temperatura sottopone le cellule del cancro a uno stress maggiore, fino a che la produzione di acido lattico aumenta, al punto che la stessa cellula rischia di soffocare. Le masse tumorali cercano di sfuggire alla morte incombente, impiegando tutte le loro energie per sopravvivere, e quindi sono costrette a rinunciare al loro meccanismo di fuga.   Quando questo succede vengono facilmente identificate dalle cellule dendritiche, che ora possono “vedere” meglio quelle tumorali “nude” o non camuffate. Come risultato, le cellule dendritiche possono ottenere più facilmente un’immagine dell’ID (profilo, o antigene) delle cellule del cancro.   L’apparecchiatura utilizzata per l’ipertermia localizzata non comporta rischi di ustione e può essere diretta esclusivamente sull’area del corpo da trattare. A differenza dell’ipertermia di tutto il corpo, con la tecnica localizzata possiamo riscaldare selettivamente le cellule tumorali.

    Questo ci permette di intervenire su aree del corpo che normalmente sarebbero difficili da trattare, come i polmoni, le ossa e la testa.   Il fatto che l’ipertermia può essere efficace nel trattamento di tumori al cervello è stato confermato da un recente studio di fase III su pazienti con lesioni cerebrali, per i quali l’ipertermia ha dimostrato di portare risultati significativamente migliori, in termini di tempo trascorso senza manifestazioni della malattia, e di sopravvivenza, rispetto a radioterapia e/o farmaci.

Patient's Experience at MCC

Twenty years ago, Teun van Vliet was twice an indoor world champion cyclist and in 1988 wore the yellow jersey in the Tour de France.

In 2001 he was diagnosed with a brain tumor and in 2006 an inoperable recurrence of the tumor was detected. Teun had another round of brain surgery (“debulking”) and also received radiation treatment. This caused him to lose his power of speech, and to some degree he also lost memory and coordination.Within conventional oncology, nothing could be done for him. He was told that he had a year left to live at the most. Teun and his girlfriend decided to seek a second opinion and they went to Cologne to consult with Dr. Gorter, who advised him to do local hyperthermia in combination with immune therapy.

Teun’s partner soon noticed beneficial changes in his health: “The first thing we noticed about these treatments was that they really improved his speech. He is much more lively; more active. I have my old buddy back, really. When he comes home from Cologne, his speech has improved, his motor skills have improved, he feels more energetic. Nothing but improvements. The quality of his life is definitely better. In April 2010, a new MRI scan confirmed that there is still no recurrence of the cancer and Teun has been clinically cancer-free for more than four-and-a-half years.

Partner of Teun van Vliet, Tour de France Champion Cyclist, survivor of brain cancer

Teun van Vliet’s remarkable recovery from end-stage primary brain cancer has been written up in the following book: Bindels, G. (2010). Teun van Vliet-Drank, Vrouwen, de Koers en de Dood. Leeuwarden, The Netherlands: Elikser B.V.

  • Ricerca e sperimentazioni cliniche sull’ipertermia di tutto il corpo

    Efficacia – Le cellule Natural Killer (NK) svolgono un ruolo importante nel distruggere le masse tumorali. L’ipertermia è efficace nel mettere in azione le cellule Natural Killer. Quando, in più, vengono inoculate cellule dendritiche, esse attivano le cellule T (citotossici), dando loro le informazioni sul tessuto tumorale presente nel corpo. Lavorando in combinazione, queste difese immunitarie hanno effetti inibitori sulla crescita del tumore.

    Sicurezza e durata – Gli studi condotti tra il 1980 e il 1990 hanno definito l’ipertermia come una forma di trattamento sicura. Ricerche condotte in Germania hanno inoltre confermato la sicurezza della radiazione infrarossa come fonte di calore ottimale. Questa è la forma di energia termica uti- lizzata presso il Medical Center Cologne per l’ipertermia di tutto il corpo. In termini di durata della terapia, i primi studi praticavano l’ipertermia per una durata da 30 a 60 minuti, ma la maggior parte dei trattamenti somministrati attualmente durano in genere da due a quattro ore, a seconda della risposta del paziente, più una fase di raffreddamento di una o due ore. Il modello di Colonia utilizza un protocollo che prevede una durata totale di almeno tre o quattro ore: la temperatura è gradualmente aumentata per 120 minuti o più, poi per 60 minuti la temperatura è mantenuta a un livello costante (plateau), prima di raffreddare gradualmente per tornare allla temperatura normale.

    Modulare la temperatura interna – La ricerca ha confermato che le forme tradizionali di terapia del calore, quali bagni minerali e Jacuzzi, hanno un effetto molto limitato sulla temperatura interna. Uno studio condotto presso l’Università di Medicina di Hannover, in Germania, ha mostrato che quando la temperatura del corpo viene aumentata da bagni caldi progressivamente riscaldati fino a 42° C, la temperatura interna aumenta effettivamente solo di 0,4° C rispetto alla norma.

    Attivare il sistema immunitario – È ben noto che il sistema immunitario si innesca, e raddoppia il suo livello di attività, quando il sangue è a 38,5° C di temperatura. Per questo motivo, la temperatura massima utilizzata con i pazienti a Colonia è di 39° C. Questo approccio moderato all’ipertermia aumenta la sicurezza, mentre rinforza efficacemente la risposta immunitaria.

    L’intelligenza del corpo – Uno studio condotto ad Amburgo, in Germania, ha scoperto che l’aumento della temperatura corporea, di per sé, non induce automaticamente la risposta immunitaria. In questa ricerca, è stata innalzata la temperatura di alcuni malati di cancro con l’ipertermia, confrontandoli con un campione di volontari sani che facevano pesanti esercizi fisici. Anche se i membri di entrambi i gruppi avevano una temperatura elevata, la funzione immunitaria è aumentata nei malati di cancro, ma non nei volontari sani. I fattori immunitari che sono incrementati nei malati di cancro comprendevano l’ormone umano della crescita, le cellule Natural Killer, e le cellule T.

    Moderare la temperatura – Diversamente dal Modello Gorter, in molti studi si sono utilizzate temperature fino a 41,8-42° C e in alcuni casi i pazienti sono stati anestetizzati perché potessero tollerare queste temperature così alte. (Un’anestesia non necessaria è sempre da evitare, poiché può indurre invecchiamento nei pazienti anziani, con un fenomeno noto come Sindrome Sundowner, e comunque l’anestesia generale spesso ha un effetto di soppressione della funzione immunitaria).

    Trattamento senza effetti collaterali – Uno studio effettuato in Germania sull’ipertermia applicata a pazienti afflitti da dolori dovuti a fibromialgia, ne ha verificato la sicurezza e l’efficacia. “Sono stati osservati degli effetti colLaterali in 14 pazienti su 69 (il 20%), ma sono scomparsi in meno di 30 minuti”21. Lo studio ha mostrato che l’ipertermia, combinata con la riabilitazione multimodale standard, risultava molto più efficace, in termini di riduzione del dolore e di miglioramento della qualità di vita, rispetto alla terapia standard da sola.

    Ridurre al minimo il disagio – I ricercatori del Roswell Park Cancer Institute di Buffalo, nello stato di New York, riferiscono che i trattamenti di ipertermia di tutto il corpo “sono ben tollerati, senza eventi avversi signifi- cativi a carico dei sistemi cardiaco, epatico, renale o polmonare”.

    La febbre terapeutica in combinazione con terapie convenzionali – Si è constatato che l’ipertermia aumenta l’efficacia della radioterapia e della chemioterapia e non interferisce con l’attività dei farmaci. Uno studio condotto presso un centro medico in Olanda ha monitorato i progressi di 378 pazienti oncologici trattati con ipertermia e radioterapia. In un periodo di tempo di 8 anni, è stata ottenuta una risposta positiva nel 77% dei pazienti. Al quinto anno, il tasso di sopravvivenza alla malattia specifica è stato del 47%, il che è significativo nel trattamento del cancro. La tossicità è stata un problema per il 12% dei pazienti. I ricercatori hanno concluso che, oltre alla diagnosi, “il numero di trattamenti di ipertermia è emerso come fattore di predizione di un esito positivo”.   Nella maggior parte degli studi, una risposta terapeutica di stabilizzazione è stata sperimentata da oltre il 50% dei pazienti, in genere tra il 56% e l’80% di quelli trattati. L’ipertermia sta diventando una pratica accettata in tutta Europa ed è stata studiata negli Stati Uniti, presso centri medici universitari come l’Università della Pennsylvania e l’Università del Texas. Prevediamo che la fase successiva di questa ricerca si concentrerà sull’ipertermia come terapia del cancro a sé stante per i pazienti con tumori inoperabili e per coloro che hanno bisogno, o desiderio, di un protocollo a basso contenuto di tossicità.

  • Riferimenti

    Overgaard, J. (2006). Effect of hyperthermia on malignant cells in vivo: A review and a hypothesis. Cancer, 39(6), 2637-2646.